La storia di Cuglieri
La presenza di insediamenti umani nel territorio di Cuglieri risalgono al Neolitico grazie ai facili approdi dal mare, l’abbondanza di corsi d’acqua perenni e di cacciagione. A questo periodo (7.500/3000 a.C) risalgono le Domus de Janas di Serruggiu, Pittudi e Fanne Massa. Risalgono invece al periodo megalitico (2.000-1.700 a.C.) il dolmen di Monte Laccana e vari altri sparsi sulle pendici del Montiferru. A partire dal 1600 a.C. compaiono i nuraghi, particolarmente concentrati nella zona di Sessa. Sono tutti nuraghi monotorre, ad eccezione di Oragiana e Orakeris, quadrilobati e di Nuraghe Maggiore, Nurgheddonis e Oratanda, trilobati.
In epoca storica approdarono sulle coste i Fenici. All’interno, sorse la città di Cornus, dapprima colonia fenicia e successivamente importante presidio militare e scalo commerciale cartaginese. Il contrasto tra Roma e Cartagine per la supremazia del Mediterraneo, in Sardegna ebbe Cornus come protagonista della estrema difesa dei Sardo-Punici contro l’esercito romano che vittorioso assunse il dominio. Cuglieri continuò probabilmente ad essere un centro commerciale importante, in posizione centrale sulla strada litoranea che collegava Othoca, Tharros, Bosa, Garbia e Turris.
Nei secoli seguenti si verificò uno spostamento della popolazione, gli abitanti fondarono “Gurulis nova”, l’attuale Cuglieri.
Nacque anche il nuovo centro di S. Caterina di Pittinuri, poi in gran parte abbandonato in seguito alle incursioni saracene.
Risale al XII secolo la costruzione del Castello del Montiferru ( oggi denominato Casteddu Ezzu ) a scopo di difesa del giudicato di Torres. Nel XIII secolo il castello, con la curatoria del Montiferru, che aveva Cuglieri come capoluogo, venne annesso da Mariano II al giudicato di Arborea. Nel 1400, fu costituito il feudo del villaggio di Cuglieri, prima di Guglielmo di Montagnana e poi di Raimondo Zatrillas. Il feudo, costituito in Baronia, rimase in possesso della famiglia Zatrillas fino al 1670 quando fu abbandonato.
Nel 1720 la Sardegna passò sotto il dominio dei Savoia e nel 1807 Cuglieri divenne capoluogo di una delle 15 provincie sarde e comprendeva i Comuni di Sennariolo, Scano Montiferro, Tresnuraghes, Flussio, Tinnura, Magomadas, Sagama, Modolo, Bosa, Montresta, Sindia, Suni, Bortigali, Birori, Borore, Dualchi, Lei, Macomer, Mulargia, Noragugume, Silanus, S.Lussurgiu, Bonarcado e Seneghe.
Agli inizi del ‘900 Cuglieri, pur avendo perso il ruolo di capoluogo di provincia, rimase un paese fiorente e prospero. Godeva di servizi pubblici come l’ufficio postale, la banca ed era anche sede dei Carabinieri. Tutto il paese era servito dalla rete idraulica e fognaria e dalla illuminazione pubblica. Diversi gli esercizi commerciali: negozi di tessuti, di mobili, e di alimentari, vi erano barbieri e calzolai, tabacchini e bar (zilleri), e anche un noleggio di carrozze e un albergo-trattoria. Il Comune era collegato a Oristano con una strada nazionale, a S. Lussurgiu, a Scano Montiferru e a Tresnuraghes con una strada provinciale. Poiché quest’ultimo paese aveva la stazione ferroviaria, il Comune aveva istituito un servizio di corriera giornaliera. I dintorni di Cuglieri erano coronati di ulivi che occupavano più di 500 ettari di terreno. I pascoli erano ricchi: si allevavano bovini, ovini e caprini; due caseifici, molti mulini idraulici per cereali, e tre concerie. Nel 1927 Cuglieri divenne sede del Pontificio Seminario Regionale, questa importante istituzione ecclesiastica prosperò fino alla chiusura, decisa nel 1970. L’ex residenza è oggi di proprietà della Regione Sardegna.